Il museo offra ai visitatori la possibilità di rileggere e rivivere la storia della fede del basso Salento; un “libro d’arte” impreziosito dalla bellezza e dall’eleganza di numerose testimonianze culturali.
Le pagine più antiche del museo sono scritte dai manufatti di epoca messapica, frutto di fortunati ritrovamenti archeologici nell’agro di Ugento, come l’onochoe o l’olpe decorato a fasce: tutti elementi caratteristici del corredo funebre messapico. Antiche sono le sculture, in particolare il monumentale fonte battesimale in pietra,risalente ai tempi del dominio dei Del Balzo; sempre all’epoca feudale risalgono gli stemmi della famiglia Trane e Protonobilissimo, un tempo situati nella chiesa dei francescani neri di Specchia. Di soggetto sacro sono invece le figure scultoree della Pietà, in legno scolpito e gessato, e la particolare statua lapidea della Madonna di S. Maria de Finibus Terrae: probabilmente proveniente dal Santuario di Leuca Piccola di Barbarano del Capo ed unica nel suo genere.
Un vero tesoro artistico compone la collezione degli argenti; qui spiccano diversi pezzi lavorati e cesellati a Napoli nel Settecento dal celebre artista Carlo Schisano. Importante èil calice cinquecentescoproveniente dalla chiesa ugentina di S. Antonio, manufatto impreziosito dalle tecniche decorative di epoca tardo-gotica e attribuibile alla mano di un argentiere salentino.
Nella sezione dei dipinti, i visitatori potranno ammirare diverse opere di epoca seicentesca e settecentesca realizzate da artisti del calibro di Antonio d’Orlando e Onofrio Messina da Molfetta. Molte sono le tele provenienti dal Palazzo vescovile e dall’antico Convento delle benedettine. Interessante anche l’esposizione libraria, dove sono in mostra le barocche seicentine stampate a Lecce dai torchi di Pietro Micheli detto “il borgognone” ed altri preziosi manufatti stampati nel Cinquecento provenienti dalla Biblioteca del Seminario minore.
Tante altre opere sono conservate nel museo. Ognuna ha una storia da mostrare e da raccontare. Un invito all’arte, per chi ama conoscere le bellezze del territorio e approfondire la storia dei luoghi.
Sono interessanti, anche da un profilo architettonico, gli ambienti sotterranei della cattedrale di Ugento; un tempo erano gli antichi spazi adibiti alla sepoltura, oggi ospitano gli allestimenti del Museo Diocesano. Infatti, all’entrata è iscritta la domanda laconica del profeta Ezechiele: «Figlio dell’uomo potranno queste ossa rivivere?» (Ez 37,1-14).
Una risposta la si può cogliere nel prezioso patrimonio esposto nelle sale museali. Un patrimonio culturale d’arte sacra e di pietà popolare trasmesso gelosamente nel corso dei secoli da una generazione all’altra, in seno alle comunità diocesane più estreme della Puglia: quelle di Ugento e Alessano.
Testimonianze viventi che attendono di essere riscoperte.
Carlo Vito Morciano