Potranno queste ossa rivivere…?
Quando nell’ottobre del 1982 giunsi ad Ugento come Parroco della Parrocchia “Maria SS. Assunta in Cielo” con sede nella Chiesa Cattedrale, i locali esistenti sotto l’abside della chiesa, che per circa due secoli erano stati adibiti a cimitero comune, si trovavano in una situazione disastrosa, in quanto l’unico ingresso da Via dei Cesari era stato manomesso e molti ugentini e anche forestieri, si introducevano notte tempo, pensando di trovare oggetti preziosi. Le casse dei defunti erano state aperte e le ossa sparpagliate ovunque. Vi erano grandi mucchi di ossa, casse di legno dappertutto e addirittura cadaveri mummificati sistemati in piedi di fronte all’entrata. Era uno spettacolo terrificante, tanto che, gli operai della ditta che doveva eseguire i lavori di risanamento e sistemazione degli ambienti, si rifiutarono di entrare.
Avendo ottenuto un contributo per bonificare i locali e dovendo far iniziare i lavori con urgenza, fu necessario trovare operai coraggiosi per liberare l’intero ambiente dalle ossa e dal legno delle casse funebri che, in parte, si erano conservate quasi intatte. Tutte le ossa, sistemate in grandi sacchi, furono portate nel cimitero di Ugento e collocate nella fossa comune, invece il legname delle casse fu bruciato in aperta campagna lontano dall’abitato.
I lavori furono eseguiti sotto la direzione dei tecnici dell’allora Genio Civile di Lecce.
Terminato l’intervento della ditta aggiudicatrice dell’appalto, gli ambienti necessitavano di ulteriori lavori di rifinitura per rendere le pareti interne solide, perché dopo tanti anni in cui i locali erano rimasti chiusi, il pavimento continuamente veniva trovato coperto di polvere. Era mia intenzione destinare le grandi stanze, ormai bonificate e rese accessibili mediante una larga e comoda gradinata, alle attività pastorali della comunità parrocchiale.
Nell’ottobre del 1999 fui trasferito alla Marina di Leuca per sostituire i Frati Minori Francescani che avevano lasciato la Parrocchia di Cristo Re, per cui non potevo più interessarmi della destinazione.
Si può immaginare quali spese la Parrocchia ebbe a sostenere. Infatti, finito il contributo ottenuto, l’Ente Parrocchia, sola e fra tanti stenti, dovette farsi carico interamente di tutta la somma necessaria alle non poche spese dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio sacro della Cattedrale e dei locali annessi.
Quando poi, negli anni successivi, si decise di adibire i sotterranei a Museo Diocesano, rimasi molto contento, perché finalmente venivano valorizzati quei locali che con tanta cura e amore erano stati bonificati.
Mons. Giuseppe Martella
Montesardo, 11 gennaio 2017.