La croce astile

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 Croce astile

Maestro di Barbarano

Terzo – :quarto del XV secolo

Argento, rame dorato

cm 58,5 x 47

Barbarano (Morciano di Leuca), Chiesa di San Lorenzo

Nella chiesa di San Lorenzo a Barbarano, piccola frazione del comune di “Morciano di Leuca, si conserva una nobilissima e pressoché sconosciuta croce astile, realizzata in argento. È ricordata senza analisi critiche e stilistiche dal Daquino (1989) che cronologicamente la riconduce alla dedicazione della chiesa di San Lo­renzo. Le lamine metalliche, sbalzate e incise, seguono il perimetro della sottostante armatu­ra lignea, sulla quale sono inchiodate.

Sul recto è presente, a tutto tondo, il Christus patiens, sospeso su una croce appena rilevata, purtroppo privo della mano destra. Su ciascu­no dei terminali dei bracci, di forma mistili­nea, compaiono icastiche figure a sbalzo, forte­mente aggettanti da un raffinato fondo a deco­ro prettamente floreale; in alto, seduto e bene­dicente; è il Padre Eterno; a destra e a sinistra, le figure dolenti di Maria e di Giovanni evan­gelista, le cui cadenze assecondano la forma della struttura che le contiene; in basso, inginocchiata e straziata dal dolore, è la Maddalena, di profi­lo rivolta verso l’alto e connotata di un intenso realismo, la cui drammatica postura è assecon­data dall’ondulazione dei lunghi capelli, quasi un tutt’uno con le fitte e nervose pieghe del­l’ampio mantello. Una fascia di perline con­torna il perimetro esterno di questo e dell’altro lato della croce.

il Ben più ricco, peraltro, e decoro del verso, dove all’incrocio dei bracci, in prossimità di una sagoma quadrata, campeggia la figura ieratica di un santo diacono da identificare in santo Ste­fano e non già in san Lorenzo come indicato (solitamente è raffigurato con la graticola) rap­presentato imberbe, con la dalmatica e con il libro dei salmi sotto il braccio sinistro. Tale ri­conoscimento trova un’evidente conferma nel fatto che la precedente chiesa di Barbarano era appunto intitolata a santo Stefano, mentre l’odierna chiesa di san Lorenzo fu consacrata il 9 agosto 1548 (Cazzato 2004, p. 2).

La coincidenza della titolazione della pre­cedente chiesa con il soggetto iconografico della croce induce a credere che quest’ultima ab ori­gine fosse destinata a tale luogo di culto. Il fon­do ruvido del montante e della traversa è inte­ressato da un sinuoso e lucido motivo vegetale; spezzoni originali di lamine in argento, a suo tempo collocati sullo spessore della croce e oggi integrati con fatiscenti inserti di ferro, sono in­chiodati in tre punti differenti delle traverse.

Nelle terminazioni sono presenti i quattro Evan­gelisti, che emergono dallo sfondo con forte stacco; ognuno è evidenziato dal rispettivo sim­bolo iconografico e dal libro del Vangelo. Que­ste figure sono caratterizzate dall’espressione se­rena dei volti e, più in generale, dallo schema compositivo di chiara matrice tardogotica. Se ne coglie, infatti, l’eco nell’impaginazione di tutte le figure delle formelle, come pure nei pan­neggi e, infine, nel san Luca, che accenna a un’elegante hanchement,

Per mezzo di una baionetta, la croce s’inse­risce nell’asta, costituita da una grande sfera di bronzo argentato e da un innesto tubolare in rame dorato; quest’ultimo è lavorato a cesello ed è arricchito con fasce a tortiglione e con rami vegetali.

L’artefice della croce processionale della chie­sa di San Lorenzo non è noto, pertanto lo chia­meremo col nome apparente di “Maestro di Barbarano”, del quale ben più difficile è stabili­re l’ambito culturale della sua formazione. Si può, tuttavia, assegnare la croce a un discreto orafo salentino, in ragione del fatto che in que­st’area geografica sono presenti altre opere si­mili nei modi o da questi determinate: è il caso

della croce astile della chiesa dell’Annunziata a Muro Leccese (cat. n. 32), di quella frammen­taria a Campi Salentina (cat. n. 33) e della più nota croce della chiesa di San Nicola di Bari a Salve (Boraccesi 2000a, pp. 76-77). Analoga è, infatti, la matrice che caratterizza le placchette con la figura dell’evangelista Luca: la somiglian­za fisionomica, la postura e gli identici dettagli del panneggio sono talmente puntuali da ren­dere indubitabile ogni loro rapporto. Per non parlare, poi, delle figure dei Dolenti e dell’Eter­no, rivelatrici di una larga circolazione di que­sti stampi. I lembi “a uncino” delle vesti della Maddalena e del perizoma del Crocifisso della croce di Barbarano, inoltre, sono trattati alla stessa maniera della veste della Madonna pro­posta sulla croce di Muro Leccese.

Bisognerà nel prosieguo delle ricerche indi­viduare l’identità e i limiti cronologici di que­sto ragguardevole “Maestro di Barbarano” per comprendere la sua evoluzione artistica, che, partendo da un substrato tardogotico, evolve in senso rinascimentale. In termini cronologici la croce di Barbarano può essere circoscritta intorno al terzo-quarto del Quattrocento.

Bibliografia: DAQUINO 1989, p. 71.